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Storia e Curiosità sulla toga

Storia della toga

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Se pensiamo al mondo dell’avvocatura non possiamo fare a meno di pensare all’avvocato con indosso la sua classica toga. Ma quanti di noi conoscono cosa si nasconde dietro a questo indumento, quanti di noi conoscono i significati celati dietro a questo simbolo, scopriamo insieme la storia della toga.

La storia della toga

“La toga – il cui nome è collegato con il verbo latino tego,”ricoprire” – era una veste usata dagli antichi romani.

Si indossava sopra la “tunica” e avvolgeva la persona passando sotto l’ascella destra in modo da lasciare libero il braccio destro, si annodava sopra la spalla sinistra formando, così, ricche pieghe trasversali.
Senza dubbio, la toga era una veste signorile e, comunque, non veniva indossata dalla plebe.

Nell’Antica Roma era l’emblema delle cariche pubbliche, del potere civile, dell’attività politica.

Nell’Antica Roma

Nell’Antica Roma si distinguevano diversi tipi di toga:

  • la “praetexta”, cioè orlata di porpora, era considerata la veste nazionale romana ed era diversificata per colore e per tipo di orlatura a seconda delle cariche e delle circostanze
  • la “virilis” era il simbolo della maggiore età (i fanciulli la indossavano a 17 anni)
  • la “purpurea”, infine, era privilegio dell’Imperatore

A seguito del crollo dell’Impero Romano la toga cadde in disuso per comparire nel Medio Evo come abito solenne per magistrati, patrizi, persone di rango e, perfino, per i medici.

La storia della toga ci insegna come questa solenne uniforme subì profonde modifiche rispetto al modello originale romano.

Dall’Antica Roma ad oggi

Essa divenne più ampia e più lunga, venne corredata di maniche e altri accessori, come il colletto e il copricapo.
In tal modo la toga è giunta fino ai giorni nostri divenendo la veste tradizionale dei giudici e degli avvocati nei dibattiti processuali.

La toga resta il paramento solenne degli accademici e dei docenti universitari nelle cerimonie pubbliche.

La legge

Nel tempo sono state più volte fissate precise regole perché la foggia delle toghe rendesse chiaro, evidente il grado o il rango di chi le indossava.
Gli artt. 104 e 105 del R.D. del 26.08.1926, riguardanti le toghe e i tocchi degli avvocati, così dispongono:

Art. 104.

“Le divise degli avvocati e dei procuratori sono conservate nella foggia attuale, con le seguenti modificazioni: per i procuratori la toga è chiusa ed abbottonata in avanti con colletto largo cinque centimetri e orlato da una leggera filettatura in velluto e cordoni e fiocchi di seta nera; cravatta di battista bianca con merlettino e tocco in seta senza alcun distintivo.

Per gli avvocati la toga è aperta, con larga mostratura in seta, colletto largo venti centimetri ed orlato da fascia di velluto dell’altezza di tre centimetri, maniche orlate da fascia di velluto dell’altezza di dieci centimetri, cordoni e fiocchi d’argento misto e seta nera, o d’oro misto a seta nera, (nelle proporzioni di due terzi ed un terzo) a seconda che siano iscritti nell’albo di un collegio o nell’albo speciale di cui all’art. 17 della legge 25 marzo 1926, n.453, cravatta di battista bianca con merlettino e tocco in seta, fregiato da una fascia di velluto.

Gli avvocati ed i procuratori debbono indossare le divise nelle udienze dei tribunali e delle corti, nonché dinanzi alle magistrature indicate nel capoverso dell’articolo 4 dalla predetta Legge e dinanzi ai consigli dell’ordine ed al Consiglio Superiore Forense. Si procede in via disciplinare contro coloro che contravvengono alla presente disposizione”.

Art. 105.

“Il tocco dei membri dei consigli degli ordini dei procuratori è fregiato di un cordoncino di argento misto a seta nera; quello dei presidenti in città non sedi di corte di appello, di un gallone di argento portante nel mezzo un cordoncino di argento misto a seta nera; e quello dei presenti in città sedi di corte di appello, di due galloni di argento misto a seta nera.

Il tocco con i fregi predetti si usa nelle cerimonie ufficiali e nelle udienze del consiglio superiore forense. Nelle altre circostanze si usa il tocco di seta con fascia di velluto per gli avvocati e il tocco di seta per i procuratori”.

La toga, non solo abito

La storia della toga ci ha insegnato quanto fossero importanti le persone che avevano il privilegio di indossarla, come quest’abito fosse ritenuto da tutti l’emblema di una determinata carica e/o classe sociale.

Ai giorni nostri, la toga è diventata la veste per eccellenza dei giudici e degli avvocati nei dibattiti processuali, nonché il paramento solenne degli accademici e dei docenti universitari nelle cerimonie pubbliche. Quest’abito, infatti, è il simbolo esteriore dell’elevata funzione sociale, morale e intellettuale dell’avvocato. In altre parole, la toga è il punto di riferimento dei cittadini che in quest’indumento ripongono grandissima fiducia ogniqualvolta vedano calpestati i propri diritti, sia in privato sia in pubblico.

Per concludere…

La storia della toga ci insegna che essa non è un semplice abito per identificare chi svolge la professione di avvocato, ma è molto di più, perché racchiude in sé tanti significati.

Toga significa buon senso e umiltà, equilibrio, rispetto, professionalità, ricerca di Verità e Giustizia, essere e non apparire, ecco perché portare la toga riempie di orgoglio e investe chi la indossa di tutti questi significati solenni.

CURIOSITÀ

I magistrati appartenenti o addetti alle corti di cassazione vestono la toga rossa?
Quelli appartenenti alla giurisdizione amministrativa e contabile, quindi al TAR, al Consiglio di Stato e alla Corte dei Conti vestono la toga rossa, anche se poi, nella pratica al TAR e al Consiglio di Stato usano portare la toga nera.

In definitiva, la toga rossa è utilizzata principalmente alla Corte dei Conti. Quelle nere in generale appartengono alla giurisdizione ordinaria. Per gli avvocati la toga è nera e l’uso è certamente più ricorrente in ambito penale e meno in quello civile.

Fonte: Avv. Luisa Camboni, La legge per tutti, Legaldesk

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